Cyrano sulla Luna

Cyrano sulla Luna

Caduto dallo spazio Cyrano
svela a un De Guiche ignaro
i viaggi per la Luna:

fiale di rugiada sul corpo aspirato dal sole di colpo,
camminare via mare sul tappeto lunare,
dentro una bolla di fumo la sera a digiuno,
su un disco di metallo preso da un magnete giallo,
sbalzato da un’espolosione,
o con una macchina d’invenzione.

La foglia prima di toccar il suolo danza il più bel volo,
l’odio cade sulla testa come trave cade e tutto inizia a
girare, a roteare fino al convento, all’ora dell’appuntamento.

Rossana ascolta da Cyrano i versi di Cristiano,
poi il dubbio atroce nella voce, Cyrano pare Cristiano.
Ma chi cela il naso terso che alla fine d’ogni verso
al Signore fa il verso, con lo stocco di traverso, non c’è verso,
col fazzoletto bianco e il pennacchio in alto?!

L’imbrunire fa capire, eh già,
che sulla luna si va con intensità.

In piedi Cyrano, su la spada e spalle all’albero,
tocca con la punta il ricatto, la viltà, la menzogna e la
stupidità.

Ci sono sei o sette modi per andare sulla luna.
Ci sono sei o sette modi e nessuno è la paura.