Rock the Sambah

Rock the Sambah

Il sindaco scende dalla vetta alla cittadella cavalcando la sua biga, plastico e bianco come un adone
Ha una corona d’alloro rubata a Giulio Gaio che getta sulla claque in visibile visibilio
Tira le redini e solleva le mani spostando la musica come una mantella dalla camicia
Nell’attesa generale dispensa sorrisi e promette favori:

“La recessione è parruccona, la deflazione una bestemmia gufona, ma che obbrobrio la bruttezza, noi amiamo la magnifica bellezza. E ora musica e festa, alziamo i calici sopra la testa (quanto è triste la monnezza!!), fuori tutto dalla finestra, l’Italia se desta!”.

È tutto uno splendore che riempie gli occhi e il ventre dei presenti
Il sindaco denuda braccia e petto, ringrazia e lancia i suoi destrieri, sottosegretari agli affari, verso la fortezza!

Le bocche sulle brioches, qualche coltello nell’ombra e tra la folla
Ma poi, a ben vedere…
Più non c’è riparo oltre la fortezza!

Quando chiunque si scompone immobilizzato da un maleducato terrore, che spinge i presenti alla piazza, ma assenti a loro stessi senza permesso, creando un’imbarazzata indignazione, che crea ulteriore confusione, tanto che Catullo scappa, non vuole amare o odiare più nessuno, ma Platone si è barricato nella sua caverna e non lo lascia entrare. Eraclito si defila perché è tutto un “panta rei os potamos” di vino già versato, mentre Socrate ha perso la sua cicuta e chiede a Orazio se ha da bere del sidro di mele. Ma il banchetto è ormai vuoto e Petronio giace nella sua vasca senza acqua a scrivere un dolce editoriale prima di esalare, mentre Priapo chiede un ultimissimo permesso speciale e fa per entrare, fa per entrare… ed entra!

Più non c’è riparo oltre la fortezza!

Ed il sindaco è salito sul carro dei bacchici vincitori, la folla gli tributa il giusto e doveroso tripudio

È tutto un suono bianco e maestoso che solleva l’intera festa fin dentro la tempesta.
È un turbinio di colori, una confusione eccezionale che libera la mente dal pensiero personale! Nunc bibendum est, Carthago deleta est!
È un turbinio di colori, una confusione eccezionale che libera la mente dal pensiero personale!
…dal pensiero personale, dal pensiero personale…

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